Nel dibattito pubblico italiano l’apparato simbolico del discorso ostile alla genetica e alla biomedicina contemporanee si fonda sull’impiego polemico di accezioni fortemente negative della parola "eugenetica". Si tratti di diagnosi prenatale, fecondazione assistita o terapia genica, è sempre questa parola-tabú a comparire. E ad accompagnarla è, il piú delle volte, il riferimento a uno specifico contesto storico: il nazismo. In tale discorso stigmatizzante l’eugenetica viene presentata come una forma di "pseudoscienza" fonte di violenza e discriminazioni. In forte contrasto con tale banalizzazione, negli ultimi trent’anni la storiografia ha definito un quadro sempre piú complesso dell’eugenetica nel Novecento. Alla luce di questi sviluppi Francesco Cassata ragiona sull’uso pubblico del concetto di "eugenetica", per decostruire le ambiguità semantiche, spesso strumentali, legate all’adozione del termine nel dibattito politico-culturale italiano.
Biografie
Francesco Cassata insegna Storia contemporanea allUniversitą di Genova. Č membro dellInternational Working Group on the History of Eugenics and Race (Oxford Brookes University) e dellInternational Network on the History of Lysenkoism (Columbia University). Ha curato, nel 2011, con Claudio Pogliano, lAnnale Einaudi su Scienze e cultura dellItalia unita. Le sue ricerche indagano i rapporti tra scienza e politica nel Novecento. I suoi saggi pił recenti sono: Eugenetica senza tabł. Usi e abusi di un concetto (Einaudi, 2015); L'Italia intelligente. Adriano Buzzati Traverso e il Laboratorio internazionale di genetica e biofisica (Donzelli, 2013).
In collaborazione con
Giulio Einaudi editore